Ad un anno di distanza dall’ultima mostra, torna ad esporre l’artista Antonio Amato, un architetto con la passione della pittura, del disegno e della lavorazione della ceramica.

È la sua terza esposizione alla Galleria d’arte Spazioquattro di Via Ghibellina, e, anche stavolta, l’artista regala un’esperienza unica per varietà tematica, con spunti di riflessione che riportano ad una dimensione filosofia che impone uno sguardo attento verso la relazionalità.

Nei quadri, Antonio Amato tratteggia delle stanze in un equilibrio perfetto tra misura ed eleganza, con influenze liberty e moderniste. Le stanze rappresentano spazi abitati da donne ritratte con un’intimità essenziale, in una continua ricerca del proprio nome e identità. La ricerca si svolge attraverso lo specchio, lo sguardo reciproco e la maschera che cela un volto, creando una rappresentazione di persona.

Le stanze sono oggetto di attenta osservazione, con un occhio che, sebbene sconfini nel voyeurismo, mantiene una misura filosofica nel contesto del boudoir. Gli sguardi dei gatti, che fungono da mediatori, rivelano il pudore e la vergogna, l’incompletezza umana e l’incapacità di abbracciare pienamente la nostra coscienza, pronunciando il nostro nome, l’ultimo nome che è un plurale “noi”.

A completare l’esposizione dei disegni, Amato presenta anche una serie di sculture di animali, tra cui gatti, bufali, trichechi e conigli, tutti realizzati con uno stile straordinariamente delicato. Con “Pur ti miro”, Antonio Amato ci invita a immergerci in un mondo di riflessioni profonde e di bellezza incantevole, esplorando le sfumature dell’animo umano e della natura circostante con la sua maestria artistica.