Ieri pomeriggio, presso la segreteria politica del Movimento 5 stelle di Via Dogali 50 a Messina, è partita, ufficialmente, la campagna elettorale di Giuseppe Antoci che ha incontrato giornalisti, tesserati e simpatizzanti, presentandosi e motivando la sua candidatura.
La scelta, ha spiegato l’ex presidente del Parco dei Nebrodi, è stata reciproca: lui ha voluto il M5S” ed i “M5S” hanno voluto lui.
Infatti, con la candidatura al parlamento nazionale di Federico Cafiero De Raho e Roberto Scarpinato al senato, persone di profonda stima e rispetto di Antoci, il segnale della serietà del progetto del movimento era chiaro: voglia di legalità e bisogno di ritornare nelle istituzioni.
Antoci ha ricordato il suo passato al Parco dei Nebrodi, con una indennità di € 430,00 lorde, segno della sua dedizione professionale al ruolo ricoperto per liberare un ente dalla politica disfattiva che ne aveva svuotato le casse.
Ha ricordato, altresì, che il cd “protocollo Antoci” è diventato un simbolo di legalità a livello europeo, nella lotta alla criminalità, alla mafia ed al malaffare. Antoci ha precisato che, in tutti questi anni, non ha voluto fare il “buon amministratore” nè il “buon cittadino” ma, semplicemente “il buon padre”, per essere un esempio per i propri figli e guardarsi allo specchio con dignità, la stessa dignità che i siciliani devono dimostrare andando a votare, perché non votando si potrebbe dare origine a nessun cambiamento.
A conclusione Antoci ha espresso un desiderio: svegliarsi il 10 giugno e non avere più una scorta di 7 poliziotti, ma ritrovarsi, dietro, una scorta formata da tutto il popolo siciliano.
Ai nostri microfoni, Antoci ha precisato che lui non vuole essere un simbolo nè un eroe, perché bisogna tornare alla normalità di fare il proprio dovere.
Sulla questione “ponte sullo stretto”, Antoci ha chiarito che questa infrastruttura non è una priorità e che bisogna capire quali sono le reali esigenze della nostra terra, temendo che, finita la campagna elettorale, la questione ritorni nel cassetto con tutte le conseguenze del caso.
Infine, ha lanciato un monito ai partiti che mettono, come capo lista, i propri segretari che non andranno mai in Europa, ma solo per trascinare voti e mandare in parlamento uomini scelti dai partiti e non dagli elettori, lodando la scelta di Giuseppe Conte che non si è piegato a questa logica, ma ha permesso una libera scelta del popolo siciliano di eleggere un proprio conterraneo.
All’incontro erano presenti gli onorevoli Antonio De Luca, Barbara Floridia e Valentina Zafarana.