La storia che vi raccontiamo può avere dell’assurdo, ma in Italia, ormai, siamo abituati a sentire storie in cui un povero cittadino finisce tra le “grinfie” dello Stato, dell’Inps o di semplici errori di fatturazione , come capitò ad una anziana della provincia di Imperia a cui venne recapitata una bolletta di 15 mila euro.
Ma la nostra storia inizia nei primi anni duemila, sulla collina di Tremonti dove sorge il Consorzio “La Casa Nostra”, un insieme di cooperative edilizie che, per anni, ha dato l’abitazione ad oltre 200 famiglie, finché il terreno non iniziò a franare, ed alcune palazzine, vuoi per il terreno argilloso, vuoi per le lacune strutturali, vennero evacuate, come la palazzina A12 del nostro lettore, Santi Cucinotta.
A distanza di anni dalla evacuazione, il Comune di Messina chiese il pagamento dell’ Imu e della Tari, ritenendo un residuo diritto di superficie su una quota del terreno su cui sorgeva la palazzina, ma la Commissione Tributaria Provinciale, nel lontano 2009, diede ragione al contribuente annullando le richieste del Comune.
Da allora in poi il contribuente sparì dai radar dell’ufficio tributi di Messina mentre, nel frattempo, la giunta Accorinti, con alcuni finanziamenti regionali, nel 2014 ha provveduto ad abbattere le palazzine pericolanti inaugurando, con l’allora Assessore Daniele Ialacqua, il parco urbano di Tremonti.
In quel periodo sorse pure un comitato Spontaneo di cittadini, “Risaniamo Casa Nostra” con tanto di pagina Facebook ed eventi, come l’inaugurazione della Fenice nel dicembre 2023.
Ma tornando alla nostra storia, lo scorso 15 maggio, il nostro lettore ritira da un ufficio postale privato un avviso di accertamento Imu 2019.
Con grande sorpresa inizia la lettura dell’avviso…Foglio 100, particella 85 sub 13.
L’incredulità della richiesta lo porta a controllare su internet a quale porzione del territorio messinese corrisponde e, con grande sorpresa, si ritrova proprietario di una porzione dell’attuale parco pubblico.
Il sig. Cucinotta non sa se ridere o indignarsi per l’accaduto.
Tramite il figlio avvocato, manda una pec al Comune per l’annullamento in autotutela, mandandone copia, per conoscenza, alla pagina Facebook del sindaco Basile.
Passano quasi 60 giorni: nessuna risposta ed allora è costretto a depositare il ricorso presso la competente Corte di Giustizia Tributaria di Messina, in attesa della fissazione dell’udienza e dell’esito del giudizio.
Nei prossimi giorni contatteremo i protagonisti di questa vicenda mentre un’altra messinese, residente all’estero da 2 anni, ci segnala di aver ricevuto la Tari 2024 per un immobile mai posseduto.
Anche in questo caso ufficio anagrafe, ufficio tributi e assessorati competenti richiederebbero un maggior coordinamento amministrativo anche a tutela dei cittadini, uniche vittime degli errori tributari.