Panorami così belli da non essere ritenuti veri, ma frutto della mente immaginifica di un pittore.
E’ così che inizia la storia del Grand Tour di Taormina, che si lega a quella del nobile tedesco Ottone Geleng, studioso di pittura che, reduce da una lunga malattia, nel febbraio del 1863 si era fermato nella piccola cittadina siciliana apprezzata da Goethe e ne aveva realizzato numerosi dipinti.
La mostra, dal titolo I colori dello stupore, ospitata nei locali di Palazzo Corvaja, a cura di Vincenzo D’Arrò, raccoglie tele di diversi autori, alcun provenienti da collezioni private e mostrati per la prima volta al pubblico, capaci di restituire un’immagine suggestiva della cittadina siciliana in cui arte e natura si fondono perfettamente.
Tornando alla storia di Geleng, fu proprio lui a invitare critici e scettici a constatare la veracità dell’oggetto dei suoi dipinti: un luogo magico come quello dipinto esiste davvero e porta il nome di Taormina! La cittadina protagonista della storia antica, nel tempo si era ridotta a piccolo borgo di pescatori e contadini. Sarà la presenza di numerosi visitatori, soprattutto tedeschi e francesi, a determinare la nascita delle prime strutture alberghiere, primo tra tutti nel 1873 l’hotel Timeo, situato proprio alle pendici del teatro.
Numerosi sono coloro che apprezzarono i colori e le bellezze di Taormina, tra cui Eugene Piot, Eugene Sevaistre, Giorgio Sommer, Giorgio Conrad, Giuseppe Bruno.
C’è ancora tempo per visitare la mostra e apprezzare i colori dello stupore, a Palazzo Corvaja fino al prossimo 8 gennaio.