Agli inizi della carriera a Roma si forma con Domenico (Nico) D’Alessandria.
Ha girato parecchi films in Italia e in America, in California, con attori famosi di Hollywood.
In principio comparsa e poi attore nella nota serie Incantesimo 3.
Prossima regia:”Il valore della vita”, film che si girerà in Italia.
In video intervista o come la definiscono gli americani, in video storytelling, ci troviamo in Zoom web con il regista italiano, Carlo Fusco.
Nativo di Potenza, Basilicata, si mostra interessato ed entusiasta dell’incontro. Ciò che ci colpisce è la sua profonda sensibilità e modestia. Gli chiediamo come sia iniziata professionalmente la sua storia. Un ragazzo, forse cresciuto molto presto con buoni principi, che si inizia a raccontare. Sembra timido, ma molto deferente, quasi da sembrare un uomo d’altri tempi. Rispetta i tempi in intervista, da attore-regista navigato, ma in realtà è un regista che sà il fatto suo.
Agli inizi della carriera a Roma si forma con il regista Nico D’Alessandria, tuttavia è stato molte volte in America, in California, per lavoro e girato parecchi films con attori famosi. In principio comparsa e poi attore nella nota serie Incantesimo 3. Stando sul set comprende che preferisce stare dietro la camera che non sul set, quindi intraprende il suo percorso con Nico D’Alessandria e con Silvano Agosti. Un uomo innamorato della regia, insomma, tanto che ha prodotto films con grandi attori di Hollywood, tra cui John Sauvage, Danny Glover, Michael Madsen…
Si è innamorato della Sicilia girando un lungometraggio: Vento di Sicilia.
Riferisce che i registi italiani sono più tecnici, mentre gli americani sia come regia, che come attori non badano alle cifre e a volte si accontentano di parcelle basse con film interessanti, lavorando con più slancio e meno etichette. Carlo Fusco produce i suoi films e su Amazon sono delineati tutti i suoi lavori.
È ora in contatto con un grande attore-produttore-regista italoamericano, Salvatore Pate, di Belmonte Calabro.
Salvatore Pate, da qualche anno si è trasferito in Italia, dopo tantissimi anni in America. Pate è stato la controfigura di due dei più grandi e amati attori della storia del cinema, Robert De Niro e Al Pacino. Non fa sfoggio dei 300 films da lui interpretati, sia come attore che come Produttore. Non è possibile, tuttavia, dimenticare che ha fatto parte del cast di “Il Padrino 1 e Il Padrino 2” , capolavori del cinema mondiale. Si ricordano la Trilogia del Padrino di Francis Ford Coppola, “Quei Bravi Ragazzi” di Martin Scorsese, “Donnie Brasco” di Mike Newel.
Conosciuti sui social, Carlo e Salvatore hanno rafforzato la loro amicizia. L’italoamericano insiste che la sua popolarità la deve al produttore che ha creduto in lui, Louis Di Giano. Ora Pate essendo autore e produttore ha voluto il regista Carlo Fusco, che designa come “Star della regia cinematografica”, per un film di alto valore sociale e morale, dal titolo: Il valore della vita.
Una storia d’altri tempi di un emigrato in America, che tornando in Italia si scontra con una realtà diversa. Sono presenti dei valori molto importanti, l’onestà, la generosità, l’altruismo. Addirittura nel film gli viene rapita la figlia, storia che poi avrà un esito felice . Salvatore Pate ha una grinta fortissima, un “vulcano in eruzione”, come lo definisce Carlo Fusco. Spesso il nome dei due rappresentanti del cinema è menzionato nei microfoni del “Sabato Italiano”, trasmissione interplanetaria radiofonica di Radio Hofstra University, di New York, ascoltata in tutto il mondo, presentata dalla giornalista e conduttrice Cav. Josephine Buscaglia Maietta. La Maietta, che ha conosciuto Carlo tramite Salvatore Pate, non dimentica mai di citare il valore degli artisti italiani. È stato ospite anche a Radio Hofstra University di New York, con una bellissima intervista della conduttrice. Il regista internazionale Fusco la definisce dal suo canto, “donna, intelligente, gentile e perbene”.

È incredibile come questo studente a Roma di Scienze politiche, poi si innamori del teatro e del cinema, in maniera così forte da abbandonare gli studi. Ricorda che, un giorno incontrando Silvano Agosti, umile regista all’Azzurro Scipioni, cinema storico di Roma Ottaviano, gli viene regalato un piccolo libro dal titolo: “Come fare un film senza soldi”.
Agosti gli consiglia di leggerlo e di fare un film. Carlo compra una telecamera piccola e dopo un mese consegna il tutto ad Agosti. Meravigliato ed estasiato per il lavoro glielo proietta a Brescia al cinema Paradiso, a Roma e definisce il lavoro: Una buona torta fatta in casa. Da lì incoraggiato inizia la sua ascesa nel campo. Fusco non frequentava ambienti mondani, dove poter conoscere la persona giusta che potesse renderlo famoso, dunque si è davvero costruito da solo. Il ponte con l’America è nato casualmente.
Una sua amica, Antonella Fonziani, con cui aveva lavorato in “Il prigioniero di un segreto”, gli propone di presentargli un’amica, che Fusco definisce una manager mecenaria. È da lei che riesce ad avere attori americani, con la sola richiesta della sceneggiatura in inglese. Danny Glover ed altri parteciperanno con un budget bassissimo. Ciò che lo ha colpito è stata l’umiltà degli americani sul set. Il mondo del cinema così difficile è la strada che ogni regista vorrebbe percorrere senza intoppi finanziari. Il progetto per il futuro, ci conferma, è una storia che vedrebbe protagonista un attore di grosso calibro, del quale ancora non vuol dire il nome. Anche i giovani promettenti possono essere visti come obiettivo, però, ci dice.
Ora distribuisce su Amazon direttamente, naturalmente spera di incontrare coloro, che possano credere in lui e dargli l’opportunità di sfondare definitivamente in Italia nel mondo cinematografico.

La nostra intervista con il grande produttore, attore e regista di successo volge all’epilogo. Vogliamo augurargli una lunga vita, dove la fama e la celebrità accresca giorno dopo giorno, attraverso i suoi film-capolavoro, con la gloria che va dall’Europa, all’America e persino in Australia
Non bisogna abbandonare i sogni, non mollarli, perché tutti i sogni possano avverarsi, conclude con un sorriso e la gioia dettata dalla speranza nel cuore.