Nei mesi scorsi abbiamo trattato l’argomento di alcuni avvisi di accertamento Imu emessi nei confronti di contribuenti che, per vari motivi, non erano proprietari di immobili.
Nei giorni scorsi sono iniziati gli accertamenti “folli” per la tassa dei rifiuti 2024.
I casi più emblematici ad oggi segnalati sono due.
Una nostra lettrice, residente a Spadafora dal maggio 2023, ha ricevuto la richiesta di pagamento di € 3,00 per l’anno 2024, per un monolocale in cui è stata in affitto fino al dicembre 2022, segno che l’ufficio tributi non ha aggiornato l’anagrafe tributaria degli ultimi due anni.
Ma il caso ancora più eclatante è quello dell’ex custode della pista di atletica Cappuccini, al quale l’ufficio tributi chiede € 76,14 per l’immobile comunale che ha occupato fino al licenziamento e sfratto operato, mediante blitz social, dall’allora sindaco Cateno De Luca, avvenuto nel giugno del 2019. Pertanto, l’ufficio tributi, nei confronti dell’ex custode, chiede il pagamento della tassa rifiuti 2024, nonostante lo stesso, nel frattempo, sia emigrato prima a Mili San Marco e poi a Spadafora, ignorando, quindi, ben due cambi di residenza e la proprietà comunale dell’immobile.
Non a caso, allo stesso soggetto viene intimato il pagamento 2024 anche per la precedente residenza a Mili San Marco, nonostante che lo stesso abiti a Spadafora dal 2023.

In un periodo storico come quello che stiamo vivendo, dove l’intelligenza artificiale viene sempre più utilizzata negli uffici pubblici, appare assurdo che l’ufficio tributi di Messina non sia in grado di aggiornare l’anagrafe tributaria dei reali residenti e proprietari di immobili, mandano richieste di pagamento ovunque, col rischio di una pioggia di ricorsi tributari con condanna alle spese legali e relativo danno erariale che incide nelle casse comunali e, di riflesso, nelle tasche dei messinesi.