Filippo Cusumano, definito dai più grandi critici d’arte il “Michelangelo di New York”, sin da piccolo sognava di diventare un grande artista. Ha ricalcato le orme del filosofo Gentile, anche lui di Castelvetrano. Pittore, scultore e scenografo, in tutto il territorio italiano, poi in Francia e in Germania. Ora è apprezzato, quotato e richiesto fortemente in America e nel mondo.
Come affermava Giovanni Gentile, il filosofo Castelvetranese, nonchè Ministro della pubblica istruzione: “C’è artista e artista, ma ogni uomo è un artista, poiché l’arte è tutta nella forma del sentimento, in cui vive quella qualsiasi materia che si svolge nel pensiero”. Di lui ha ricalcato le orme come scultore e pittore, anche lui di Castelvetrano, Filippo Cusumano.

Sin da piccolo sognava di diventare un artista e si era iscritto al liceo artistico di Palermo, dove era rimasto per cinque anni. Si era iscritto inizialmente all’Accademia di Brera, ma non si sentiva appagato. Partito per Roma aveva frequentato in Accademia il corso di Scenografia teatrale, laureandosi a pieni voti con il titolo accademico. Dopo aver lavorato per molto tempo per il teatro sperimentale dell’opera di Spoleto, ha fatto gran parte delle scenografie per il “Don Carlos” della Scala di Milano. È sposato con Lucia, adorabile e formidabile donna, amore della sua vita, che con la sua dolcezza e la sua fermezza è sua mogle da 45 anni. Dalla loro unione è nato Tony, meraviglioso figlio di 32 anni, che è la gioia della loro unione. Inizia un periodo all’estero lavorando in Francia, a Parigi, in Germania e poi varca l’Oceano per giungere in America. È lì che circa 20 anni fa a New York in una festa organizzata dagli italoamericani ha conosciuto la famosa conterranea di Castelvetrano, “Qeen Host”, giornalista e conduttrice Cav. Josephine Buscaglia Maietta, dei microfoni del “Sabato Italiano”, trasmissione radiofonica di Radio Hofstra University, che va in onda il sabato dalle ore 12,00 alle 14,00 di New York. La Maietta nella sua trasmissione ha fatto acclamare l’artista Cusumano dal pubblico internazionale, dall’Italia fino alla lontana Australia .

È un uomo speciale dalle capacità eclettiche. Proprio il desiderio di rendere visibile la sua arte lo ha portato al restauro di una statua, che trovasi nel territorio Castelvetranese. Il monumento, realizzato in bronzo, rappresenta la morte violenta del filosofo ad opera di Bruno Fanciullacci. La scultura esigeva la manutenzione per un inizio di ossidazione, pretesto di ineluttabile rovina. Un’opera che era già sua e che, dopo circa 10 anni, andava restaurata. La nostra intervista Zoom-web è dall’America, in particolare dal Connecticut, dove Filippo è stato chiamato per restaurare la Via Crucis della “Cathedral ‘S S. Patrizio”. Inizialmente era in gesso, quindi lui ha dovuto realizzare l’effetto marmo. Un procedimento molto difficile, che Filippo, dopo accuratissimi studi, con pochi altri artisti al mondo, sa mettere in pratica. Gli chiediamo da cosa sia stato ispirato nei suoi capolavori religiosi. Riferisce che il clima religioso è stato sempre fonte di ispirazione per gli artisti. La forte aspirazione di restaurare le Chiese era un suo desiderio, pur non essendo un praticante.
Dialogando con il “Michelangelo di New York”, ci accorgiamo di sentire trapelare una forte sensibilità, la gioia e lo slancio di chi esercita un’arte e non un mestiere mercenario. “Cristo ha lasciato una parola, che ancora oggi è valida, forse a volte non messa in pratica, soprattutto da chi lo dovrebbero rappresentare”, ci dice annuendo. Ciò è uno dei motivi per i suoi dubbi relativi alla fede. Ora che si trova a New York ha in progetto una personale rassegna di pittura in America. Molte le difficoltà della lingua inglese, ma spera di poterli superare presto, comprendere e parlare più speditamente “the english”. Si sente di ringraziare gli italiani all’estero e negli States per l’accoglienza che gli è stata concessa. È un percorso professionale e umano. Un percorso titanico, che non sa dove lo porterà. Prova un grandissimo rispetto per chi ha lasciato la propria patria, per una seconda patria lontana, dove trovare fortuna.
Questo è quello che colpisce ad ogni sua parola, la generosità, la magnificenza e la magnanimità che lo rendono unico, straordinario e originale artista siciliano degli italiani all’estero.