Si è svolto ieri pomeriggio, all’interno del cortile del Rettorato, il flash mob in memoria di Sara Campanella, la ragazza uccisa lo scorso 31 marzo dal collega di facoltà, Stefano Argentino.

Il motto usato per l’evento è stato: “Il silenzio uccide. Messina fa rumore”. 

Presenti alla manifestazione, oltre alla rettrice, prof.ssa Giovanna Spatari, ed al sindaco Federico Basile, anche la famiglia Campanella e le autorità militari dell’Arma dei Carabinieri. Il flash mob è stato preceduto dalla lettura commossa, da parte di Claudio Campanella, fratello di Sara, di un testo scritto dalla giovane vittima per una sua amica che ha commosso tutti i presenti. 

A fine lettura, Claudio si è lasciato andare in uno straziante grido: “Sara Vive”, a cui è seguito un attimo di commozione della famiglia Campanella, stretta in un abbraccio, tra gli applausi di tutti gli studenti ed autorità presenti.

Ma la famiglia Campanella non si è fermata al solo ricordo di Sara, lanciandosi in un forte appello alle istituzioni per incrementare le pene per chi uccide una donna, perché l’attuale sistema giudiziario non garantisce una pena severa per gli uomini che si macchiano di un tale crimine.

Ai nostri microfoni, la rettrice dell’Università di Messina, Giovanna Spatari, ha reso noto la volontà di istituire una borsa di studio intitolata alla giovane studentessa uccisa, non escludendo la possibilità di dedicare anche un’aula universitaria