Dalla Costa dei Gelsomini, da Monasterace Marina, in provincia di Reggio Calabria, scrittore e fotoreporter, premiato nel concorso di Paestum. Aiutare la terra natia, vuol dire aiutare la patria, ricca di braccia forti e rigogliose, ma anche di menti eccelse e di grande coraggio.

Quando si pensa alla Calabria, terra dei Bronzi di Riace, al profumo inebriante della ‘Nduja e dei gelsomini, non si può fare a meno di pensare alla storia millenaria dei numerosi popoli che l’hanno abitata nel corso dei secoli. Proprio dalla Costa dei Gelsomini, da Monasterace Marina, in provincia di Reggio Calabria, parte la nostra intervista con lo scrittore, fotoreporter, GianPiero Taverniti. Ci incuriosisce conoscere la sua storia, il suo vissuto, perché dai primi attimi del nostro colloquio, si presenta come “un cavaliere ardito d’altri tempi”. Gentile, cordiale, dallo sguardo tenero ma deciso; un uomo, insomma, che ha lottato con tutta la sua anima per ritornare trionfante nello stivale d’Italia. Nato a Pazzano, in provincia di Catanzaro, si è “fatto le ossa” da solo. Si trasferisce a Monasterace, dove passa la sua gioventù. Legato alla sua terra natia studia presso un Istituto di Roccella Jonica, in prov. di Reggio Calabria, dove prende il diploma di perito elettrotecnico. Come un macigno, che preme sul suo petto e con la morte nel cuore lascia “Mamma Calabria”, per andare al nord in cerca di lavoro. Fa base in provincia di Bergamo e diventa portalettere per tre anni. Comprende che non è un mestiere che fa al caso suo e in seguito trova un lavoro come cantoniere. Lavoro molto rischioso, che non lo soddisfa appieno. Passa poi come autista bibliotecario per circa due anni e mezzo. Finalmente vince un concorso che lo porta a diventare “Autista di Rappresentanza politica”.

Persone celebri sul suo cammino ne ha incontrato tante, tuttavia non ha dimenticato l’ex giocatore centrocampista Gennaro Gattuso, ora allenatore anche lui calabrese.  Il tempo è tiranno, che con la sua potente forza non si esaurisce mai. Conosce una bellissima donna, di nome Sandra, ragazza molto bella dai colori nordici e chiari, di padre calabrese e madre tedesca. Si innamora e si sposa. Da questo matrimonio nascono due figli meravigliosi, Emanuele di 23 e Alessandro Carol di 20. Dopo dodici anni il rientro nella sua Monasterace, là tra le acque cristalline del Mar Ionio, la cittadina di Monasterace, scolpita tra le pietre del tempio dorico di Apollo, con mosaici pregevoli risalenti al 3’ e 4’ sec. a.C.  Monasterace  conquista lo scrittore e non solo, luogo affascinante per i castelli bizantini, per i monasteri ortodossi, per le rovine greche e per le tradizioni medievali. Il memorabile passato ellenico lo travolge con la sua ricchezza di reperti. Decide di fotografare e descrivere le bellezze non solamente di Monasterace, ma di tutta la bellissima Calabria. Da qui un premio di grande rilevanza nazionale, perché la sua foto è vincitrice del concorso fotografico a Paestum. In sostanza sembra marchiare “in aeternum” le rocce e le spiagge dello Ionio, mentre il visitatore apprezza la magnanimità del Parco e del Museo Archeologico della città di Kaulon, insieme ai mosaici del Drago Marino di Kaulon. Fiero del nuovo linguaggio e delle peripezie dei popoli che l’hanno abitata decide di scrivere un libro,  che per verità ed essenza d’animo non ha eguali, “Raccontando la Calabria”.  Definizioni che rapiscono il lettore, quando “titola” Monasterace “un borgo nell’area grecanica e Gallicianò “ luogo dell’anima” ed ancora “ silenzio che frastuona nell’anima”. In intervista captiamo che si tratta di qualcosa di surreale, quasi fatale, ciò che l’autore sente in sè, come i reperti, che dal mare risalgono e si fermano inspiegabilmente a volte nella battigia. Definisce gli anziani dei borghi, memoria storica e “macchine del tempo viventi” con una spiccata adrenalina e passione per il proprio paese, raccontando antiche esperienze e aneddoti. Un uomo “con grande stoffa di illustre scrittore”.   Ha toccato il cuore di tutti nella sua  presentazione a Monasterace, a Davoli, alla Biblioteca civica ed ogni qualvolta si sia trovato a parlare del suo racconto. Non finisce mai di ringraziare i suoi due più importanti amici che hanno creduto nel suo talento, il Prof. Saverio Verducci, autore della Prefazione ed il Prof. Leonardo Ancona, Curatore Editoriale. Molte le illustrazioni, “partorite” dal flash della sua macchina fotografica, qui nonostante il  suo forte talento peculiare nella scoperta dell’immediato, traspare tutta la sua umiltà, poiché non ostenta  mai le sue abilità di fotoreporter. È per questo che i critici lo hanno acclamato “ foto-scrittore della verità” in America, con AIAE  e la sua Presidente “Association Italian American Educators”, Cav. Josephine Buscaglia Maietta. La giornalista è Host della trasmissione radiofonica “Sabato Italiano” a Radio Hofstra University di New York, premiata dall’UNESCO,  Prima “Radio University in the world”,in onda dalle 12:00 alle 14:00 sulla stazione radio WRHU.org FM 88.7, dove il I è stato telephone/ guest.

Agli italiani all’estero, in America,  Australia e nel mondo insiste di non abbandonare mai le proprie origini, le radici.

Aiutare la terra natia, vuol dire aiutare la patria, ricca di braccia forti e rigogliose, ma anche di menti eccelse.