La giornata di ieri è stata caratterizzata da altre stragi in varie zone della Palestina.
Le immagini peggiori hanno riguardato un attacco aereo israeliano che ha colpito un gruppo di civili all’ingresso dell’ospedale Battista, nella zona est di Gaza.
Il numero dei morti è imprecisato, ma l’ospedale non aveva più letti disponibili per cui i numerosi feriti sono stati adagiati per terra e nei corridoi del pronto soccorso.


Un altro terribile attacco israeliano ha interessato la casa della famiglia Abu Shamala ad Al-Bureij, causando morti e feriti tra donne e bambini. Altra strage si è registrata tra le folle in attesa di aiuti e cibo: qui gli attacchi aerei israeliani, a Khan Younis, hanno causato 45 morti ed oltre 200 feriti in una scena sanguinosa che ha sconvolto il mondo. Altri due morti si sono registrati a seguito del bombardamento da parte di aerei israeliani di un gruppo di cittadini nei pressi della Torre Ghazal, in via Jaffa, nel quartiere Tuffah, a est di Gaza City.
Intanto, i bulldozer israeliani continuano la demolizione delle case nel campo profughi di Jenin, con gli ultimi rifugiati che hanno lasciato le macerie alla ricerca di un’area dove riporre le proprie tende, mentre, in Egitto, continuano i rimpatri dei partecipanti europei alla grande manifestazione della Global March To Gaza. Centinaia di persone, infatti, sono state fermate a un check-point a 50 km da Ismailia, in Egitto, ed hanno visto ritirati i propri passaporti dai militari ed invitati ad essere trasportati al più vicino aeroporto per l’espulsione dal paese.
In un video pubblicato da un’attivista italiana della Extinction Rebellion Italia (XRItalia), Organizzazione di tutela ambientale, si descrive una situazione pacifica, ma spinosa con le autorità egiziane, contrarie a far proseguire la marcia fino al confine con Gaza. La Global March to Gaza si prefiggeva, infatti, di arrivare al valico di Rafah tre giorni fa, ma le autorità egiziane hanno bloccato la marcia in una situazione di stallo per molti manifestanti e tanta tensione nell’aria.
Tra i 42 italiani arrivati all’aeroporto del Cairo, per la marcia, 35 sono stati bloccati e poi rilasciati grazie all’intervento del console mentre gli altri 7 sono stati rimpatriati.