Nelle scorse settimane è stato rinnovato il consiglio direttivo della Comunità Ellenica dello Stretto, che ha visto la riconferma del prof. Daniele Macris alla presidenza.
Al suo fianco, in qualità di vicepresidenti, sono stati designati Giuseppe Carbone e Dimitrios Tziritis. Il nuovo assetto include anche Filippo Cucinotta come segretario, Fabrizio Famà come tesoriere e i consiglieri Charilaos Aliferopoulos, Giorgio Caratozzolo, Esmeralda Pagano, Patrizia Oliveri, Michele Colonna e Dino Melluso.
L’occasione è stata propizia per incontrare il prof. Macris e approfondire la nuova programmazione culturale della Comunità.
Tra i primi eventi in calendario, si segnala l’avvio del corso di iconografia, già partito nei giorni scorsi. Il direttivo intende, inoltre, ampliare le attività culturali, anche grazie al possibile coinvolgimento dell’amministrazione comunale, con la quale esistono già proficue esperienze di collaborazione, come dimostra l’installazione della segnaletica bilingue italiano-greco realizzata nell’aprile dello scorso anno. Un momento di grande rilievo per la Comunità è stata la recente cerimonia al Museo della Guerra di Atene, durante la quale l’associazione ha ricevuto un importante riconoscimento. Questo evento apre interessanti prospettive per future collaborazioni con la capitale greca.
Tuttavia, non mancano le criticità.
Preoccupa, infatti, la situazione della minoranza religiosa di rito greco a Messina, dopo la decisione dell’arcivescovo Giovanni Accolla di sospendere le attività della parrocchia greco-cattolica, attiva da oltre 26 anni.
Attualmente la curia, sembra che non sia in grado di trovare un sacerdote capace di celebrare la liturgia secondo il rito greco, lasciando così i fedeli in una condizione di abbandono spirituale.
Il prof. Macris ha rilanciato l’appello per l’assegnazione di un edificio da destinare stabilmente al culto greco, citando anche una lettera del 1921 del cardinale Marini all’arcivescovo D’Arrigo, in cui si sottolineava l’esigenza di un luogo di culto dedicato a Messina.
La speranza è che la Curia non abbandoni questa storica comunità, nel pieno rispetto del messaggio di unità cristiana ribadito anche da Papa Leone XIV nella recente solennità di Pentecoste.