La battaglia per la difesa di Messina e del suo territorio entra in una fase decisiva.
È online la raccolta firme promossa dal comitato NoPonte Capo Peloro, insieme a AVS, M5S, PD e CGIL, per fermare il progetto del Ponte sullo Stretto.
La recente decisione della Corte dei conti, che ha evidenziato criticità nella procedura, ha riaperto la partita, dimostrando che nulla è ancora inevitabile. Proprio per questo, spiegano i promotori, è il momento di far sentire la voce dei cittadini e spingere le istituzioni locali ad agire con determinazione.
L’appello è rivolto soprattutto al sindaco di Messina, Federico Basile, accusato di trattare la realizzazione del ponte come un destino già scritto. “Chiediamo al primo cittadino — sottolineano i comitati — di assumere tutte le iniziative necessarie a difesa della comunità, incluse quelle sul piano giudiziario. Restare fermi oggi significherebbe condannare Messina a un futuro di devastazione ambientale e sociale”.
Il timore principale è che, qualora i cantieri dovessero avviarsi, gli effetti sarebbero drammatici: smantellamento di interi quartieri, perdita di identità paesaggistica, compromissione dell’ecosistema marino, oltre a disagi incalcolabili per residenti e attività economiche. Un impatto che — avvertono i promotori — “non si può ridurre a una questione tecnica, ma riguarda il futuro stesso della città e della Sicilia”.
La responsabilità politica, ricordano, non peserà solo su chi ha sostenuto l’opera, ma anche su chi sceglierà di non opporsi con la necessaria fermezza. Da qui l’invito a partecipare alla raccolta firme: un gesto semplice ma fondamentale per dimostrare che la comunità messinese non intende restare in silenzio davanti a una minaccia che rischia di cancellare la storia e il volto del territorio, da Contesse fino a Capo Peloro.
Il messaggio è chiaro: salvare Messina significa dire no al Ponte.
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