Ha ripreso, ieri pomeriggio, “l’Opera al Centro” al Teatro Vittorio Emanuele di Messina, con l’inaugurazione della mostra di Maria Berenato, la sua prima personale, con grande soddisfazione di Pippo La Motta, direttore artistico di Arti Visive, e del presidente dell’Ente Teatro, Orazio Miloro, sempre sensibili nel portare in mostra artisti locali.

Non a caso, la rassegna “Opera al Centro” è un progetto che offre spazio e visibilità agli artisti messinesi contemporanei, confermando la vitalità del panorama culturale cittadino. La mostra inaugurata ieri, visitabile fino all’11 novembre, è un’esposizione che trasforma il foyer del teatro in un luogo di riflessione poetica sul divenire, sulla materia e sulla vita.

Nel Tempo” è un titolo che racchiude il cuore di ciascuna opera.
Il tempo non è solo tema, ma anche materia operativa, principio vitale che agisce sulle opere e dentro di esse. I fili di ferro intrecciati, le reti, i bonsai sotto vetro, o sotto sale, rappresentano la tensione tra immobilità e trasformazione, tra protezione e mutamento. Anche il ferro, soggetto a processi ossidativi naturali, diventa metafora del vivere: nulla si sottrae all’azione del tempo, neppure ciò che crediamo eterno o incorruttibile. Il sale e l’ossigeno, elementi naturali e corrosivi, sono complici di un lento, ma inesorabile cambiamento che dà vita a nuove forme, nuovi colori, nuove letture. La tecnica mista usata da Maria Berenato va oltre il metafisico, abbracciando i tre colori primari – Blu, Magenta e Giallo – che, attraverso i loro intrecci e sovrapposizioni, permette all’artista di costruire un lessico cromatico della trasformazione: il blu evoca il silenzio e la profondità, il giallo la luce del pensiero, il magenta la vitalità e la rinascita. La materia pittorica, densa e corposa, non copre, ma rivela. Su superfici mosse e stratificate affiorano tracce, reperti metallici, frammenti che testimoniano il passaggio del tempo. L’artista non teme la corrosione, anzi la accoglie come parte del processo creativo: la trasformazione diventa atto estetico e filosofico. Come nota la critica d’arte Anna Maimone, “solo i corpi sono veri” identificando nelle opere una riflessione che, risalendo al pensiero degli atomisti antichi, si traduce qui in una poetica dell’esistenza concreta: niente metafisica, niente astrazione, ma materia viva e in continua mutazione.
Tra le opere più evocative, una sediolina sospesa su fondo rosso rimanda al tema dell’attesa, mentre un bonsai ornato di chiavi poggiato su una zattera suggerisce la precarietà e le infinite possibilità dell’esistenza. Dietro ogni lavoro, si percepisce la maturità dell’artista e la sua formazione di artista-terapista (come sottolineato dalla Maimone), capace di fondere pratica estetica e dimensione umana. Maria Berenato, attraverso le sue creazioni, ci conduce dentro una meditazione visiva e tattile sul vivere, dove ogni oggetto, anche il più fragile, diventa testimone del mutamento e della resistenza della vita stessa. E mentre il sale corrode e il ferro si ossida, noi restiamo a guardare, consapevoli che anche il nostro sguardo, come tutto, si trasforma.

La mostra sarà fruibile tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle ore 10:00 alle 12:30 e dalle 16:00 alle 18:40.