L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha annunciato di avere avviato un procedimento cautelare nei confronti di Meta Platforms, comprende Meta Platforms Inc., Meta Platforms Ireland Limited, WhatsApp Ireland Limited e Facebook Italy S.r.l., con l’accusa di abuso di posizione dominante.
Cosa contesta l’Antitrust
Al centro dell’indagine ci sono le nuove condizioni contrattuali denominata WhatsApp Business Solution Terms, entrate in vigore il 15 ottobre 2025, e l’integrazione di strumenti di intelligenza artificiale — parte del servizio Meta AI — all’interno di WhatsApp.
Secondo l’AGCM, tali condizioni escluderebbero dalla piattaforma aziende concorrenti che offrono servizi di chatbot basati su AI, impedendo loro di operare su WhatsApp.
Inoltre, la combinazione di WhatsApp con Meta AI — resa disponibile agli utenti nell’app senza una scelta esplicita, secondo l’Autorità — rischia di dirigere in modo quasi automatico gli utenti verso l’assistente di Meta, “non attraverso una competizione basata sul merito, ma imponendo la disponibilità dei due servizi”.
Perché per l’Antitrust è un problema
L’AGCM avverte che questi cambiamenti “possono limitare la produzione, gli sbocchi o lo sviluppo tecnico nel mercato dei servizi di AI Chatbot”, a danno dei concorrenti e, potenzialmente, degli utenti stessi.
In particolare, l’Autorità ritiene che tali condizioni possano configurare una violazione dell’articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), che vieta l’abuso di posizione dominante.
Da un punto di vista di mercato, la preoccupazione è che la “scarsa propensione dei consumatori a cambiare abitudini” possa rendere difficile il passaggio a servizi concorrenti, consolidando così la posizione dominante di Meta.
Cosa prevede il provvedimento
Oltre all’ampliamento dell’istruttoria già in corso, l’AGCM ha avviato anche la procedura per l’adozione di misure cautelari, ai sensi dell’articolo 14-bis della legge n. 287/1990. L’obiettivo è prevenire danni immediati alla concorrenza e al mercato dei servizi di AI chatbot, in attesa dell’esito dell’indagine.
Contesto e precedente indagine
Questa nuova fase dell’indagine segue l’apertura, a luglio 2025, di un’istruttoria sulle modalità con cui Meta ha integrato Meta AI in WhatsApp, già allora accusata di imporre l’uso del servizio agli utenti e di danneggiare i concorrenti.
In quella fase, l’Autorità aveva segnalato che la preinstallazione dell’assistente AI e l’integrazione nella barra di ricerca dell’app rappresentavano un potenziale ostacolo per la libera concorrenza.
